«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

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La primavera inascoltata
Gelsomini

di Michele Nardelli

L'attentato di ieri a Bengasi ci dovrebbe far riflettere sulla nostra incapacità di leggere gli avvenimenti. E di quanto poco la politica e le istituzioni hanno saputo o voluto ascoltare la primavera. La sua militarizzazione, esito combinato di apparati di potere che non conoscono altro linguaggio che quello delle armi e di una politica internazionale che altro non ha saputo fare che intervenire con i bombardamenti (nel caso della Libia) o armando l'opposizione (nel caso della Siria), ha letteralmente spazzato via la vera peculiarità (e la vera forza) della primavera araba, ovvero il suo carattere nonviolento.

La primavera è riuscita ad imprimere un processo di cambiamento per il semplice fatto di esserci. Migliaia di persone in strada, milioni di parole attraverso internet, pensieri finalmente sottratti alla paura, hanno cambiato questa parte del Mediterraneo anche quando non hanno preso il potere, ma per il semplice fatto di imporsi come processo ineludibile che ha attraversato le società, la politica, le istituzioni.

Laddove è prevalsa la militarizzazione, vincono invece i dittatori, i signori della guerra, al-Qaida. L'esito è la guerra e il terrorismo, l'esodo di migliaia di persone, il fondamentalismo e la scomparsa di quell'agorà che sono state le piazze ed il fiorire di un dibattito politico prima impensabile. Il tenere aperte le contraddizioni, non chiuderle.

Perché così dovremmo leggere la primavera. Non la bacchetta magica che trasforma le dittature in democrazie, ma la capacità di mettere in moto processi partecipativi, idee, conflitti nella contraddittorietà dei contesti che non cambiano dall'oggi al domani, come se i regimi non avessero avuto consenso. Perché (dovremmo averlo imparato dal Novecento) non esistono dittature prive di consenso.

Scrivo queste righe perché la primavera ha attraversato e sta ancora attraversando tutto il mondo arabo, la mezzaluna fertile, la Turchia... anche se non ce ne accorgiamo. Tanto da averla già quasi rimossa. Forse perché le nostre percezioni riescono purtroppo solo a comprendere il linguaggio della degenerazione violenta dei conflitti. E la superficialità delle cose gridate in prima pagina.

Software libero, una scommessa che va giocata
Connessione

di Giovanni Straffelini
(Corriere del Trentino, 9 agosto 2012)

Fino a qualche tempo fa il cosiddetto «software libero»-come il sistema operativo Linux-era visto con un certo sospetto: una cosa da eccentrici appassionati del computer, poco adatto per chi invece ha bisogno di programmi semplici e concreti per il lavoro di tutti i giorni. Ora le cose sono cambiate, come dimostrato dalla recente approvazione del disegno di legge provinciale sul software libero.

Il dirigente provinciale Sergio Bertotti ha illustrato, in un'intervista al Corriere del Trentino, la «grande sfida» che toccherà nei prossimi cinque anni gli enti pubblici, chiamati ad adottare un nuovo tipo di software, quindi nuovi programmi informatici per le loro attività.

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Liberi, aperti e connessi al mondo
Paul Klee

(8 agosto 2012) Il Consiglio provinciale ha da poco approvato la prima legge organica in materia di società dell'informazione in Provincia di Trento. Il percorso legislativo, avviato con una proposta centrata sul software libero e sulla necessità di avere dati aperti, è giunto a un provvedimento che investe l'insieme della società dell'informazione e dell'amministrazione digitale.

Un passo importante per attrezzare il Trentino ai cambiamenti tecnologici in atto ma anche per affrontare la crisi globale. Uno strumento in più per adeguare i programmi informatici alle esigenze del territorio e dell'economia locale, ma anche per avere una pubblica amministrazione più vicina ai cittadini. Ne parlano, su www.politicaresponsabile.it, i nuovi direttori pro tempore Annalisa Tomasi e Matteo Ruffoni.

Zanzara Tigre, un problema provinciale
La zanzara tigre

Un'interrogazione di Michele Nardelli in Consiglio Provinciale affinché la Provincia metta in campo una strategia provinciale di contrasto e di prevenzione

(27 agosto 2012) La diffusione della Aedes Albopictus, meglio conosciuta come "Zanzara Tigre", in Trentino sembra procedere a velocità sempre più sostenuta. Dopo i primi avvistamenti negli scorsi anni nel Basso Trentino ora la presenza del fastidioso insetto ha raggiunto Trento e, risalendo la valle dell'Adige, pare si stia diffondendo anche nelle valli limitrofe all'asta dell'Adige.

Finora hanno cercato di affrontare il problema le amministrazioni comunali, provvedendo principalmente a disinfestare i tombini, intervenendo sull'acqua stagnante in modo da eliminare le uova e le larve, chiedendo la collaborazione attiva dei cittadini che dovrebbero impegnarsi ad eliminare i ristagni d'acqua che ne favoriscono la proliferazione.

Il testo dell'interrogazione

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Concessione A22, brutto segnale dal governo Monti
Ingorgo

di Bruno Dorigatti

(6 agosto 2012) La decisione del Governo Monti di incaricare l'Anas di procedere alla pubblicazione di un nuovo bando per l'assegnazione della concessione dell'Autobrennero senza attendere la sentenza del Tar, meraviglia e preoccupa.

Meraviglia perché il governo Monti, pur nella delicatezza della situazione nazionale,  è entrato a piedi giunti su una questione delicata, per la quale è in corso un contenzioso non ancora definito presso il giudice amministrativo. Preoccupa perché ancora una  volta si sta dimostrando la scarsa attenzione (se non l'insofferenza) nei riguardi delle autonomie speciali  pur in presenza di amministrazioni che hanno dimostrato di saper agire con accortezza pur nell'interesse  generale.

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Dellai e Soru a Castelfolk
Un momento della serata

(4 agosto 2012) "Castelfolk", la manifestazione di Castellano diventata dal 2001 un appuntamento fisso dell'estate trentina, quest'anno apre alla Sardegna, per far dialogare - come già nella precedente edizione con la valle d'Aosta - due terre di Autonomia. E ieri sera, nello splendido balcone naturale sulla Vallagarina, si sono confrontati il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e l'ex-governatore della Regione Sardegna e fondatore di Tiscali Renato Soru.

Introdotti dal sindaco di Villa Lagarina Alessio Manica, e stimolati dalle domande di Walter Nicoletti, i due governatori hanno discusso di autonomie e rappresentanza politica, di crisi e di nuovi populismi, di regionalismo e spinte centraliste. Con una convinzione di fondo: coniugare l'esperienza dei territori, e in particolar modo quella delle Autonomie regionali più avanzate, con la dimensione non solo nazionale, ma europea e globale, si può e anzi si deve. Perché è per questa strada che passa il futuro stesso della politica e della democrazia.

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Sprechi o virtù speciali?
Paul Klee

(22 agosto 2012) Secondo Lorenzo Passerini, il nuovo direttore pro tempore di Politica Responsabile, in Italia da qualche anno le riforme istituzionali vengono fatte a colpi di finanziarie. "C'è una contraddizione di fondo fra i principi dell'aumento dell'autonomia e della responsabilità degli enti locali e manovre economiche sempre più pervasive.

Di fatto, ci ritroviamo in una crescente centralizzazione. In questo contesto le Autonomie speciali diventano un capro espiatorio della difficile situazione che viviamo. È quindi importante fare un po' di chiarezza e sfatare molti luoghi comuni ricordando, in primo luogo, che il Trentino sta già contribuendo al risanamento delle finanze dello Stato e che la sua Autonomia dispone di ampie risorse nella misura in cui il suo territorio è capace di crearne." Vieni a discuterne con noi, su www.politicaresponsabile.it