«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

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La bonifica dell'amianto è legge provinciale
Natura piegata

(23 marzo 2012) Con 27 voti a favore e 4 astensioni il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento ha approvato il Disegno di legge "Modificazioni del testo unico provinciale sulla tutela dell'ambiente dagli inquinamenti: protezione dai pericoli derivanti dall'amianto", testo unificato dei DDL 193 (primo firmatario Michele Nardelli) e del DDL 205 (primo firmatario Claudio Eccher).

Un provvedimento che dovrebbe mobilitare nell'arco di dieci anni un intervento valutabile (fra risorse pubbliche, private e sgravi Irap) intorno ai 50 milioni di euro per affrontare in maniera efficace questa pesante eredità.

Dopo la sentenza di Torino che ha condannato per colpa e dolo i vertici della Eternit, si tratta del primo intervento legislativo regionale che aggiorna e rende più incisiva l'attività di bonifica, introducendo l'obbligatorietà della stessa, il sostegno pubblico alla bonifica, la formazione e l'informazione sulla materia.

Un intervento che non investe solo la tutela della salute e dell'ambiente ma che si configura come un vero e prorpio segmento di un intervento nella direzione della riqualificazione del patrimonio edilizio provinciale.

Accanto alla soddisfazione per l'approvazione della legge, il Consiglio provinciale ha espresso un generale cordoglio verso le migliaia di famiglie colpite dalla tragedia delle malattie e dal lutto causato dall'esposizione all'amianto.

L'articolo apparso oggi sul Corriere del Trentino

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Diario da Mosca
Mosca, la Piazza Rossa chiusa al pubblico

Vladimir Putin ha vinto le elezioni presidenziali russe con il 63,65% dei voti. Seguono a distanza il comunista Zjuganov (17,18%), il liberale Prokhorov (7,92%), il populista-nazionalista Zhirinovskij (6,22%) e il pro-Putiniano Mironov (3,85%). In Caucaso del nord, altissimo il sostegno per Putin. Secondo i dati ufficiali, in Cecenia la frequenza al voto ha raggiunto il 99,59% di cui il 99,73% per Vladimir Putin. Putin supera il 90% anche in Daghestan, Inguscezia e Karachaj-Circassia.

Al di là dei risultati e delle denunce di brogli, il 4 marzo 2012 è una giornata che, vista da Mosca, ha tanto da dire sulla situazione in Russia oggi. Una società civile in forte crescita, un sistema giudiziario che funge da muro di gomma a difesa del potere costituito e un nuovo, vecchio presidente che non riesce più a raccogliere l'entusiasmo della piazza

di Giorgio Comai www.balcanicaucaso.org  

(5 marzo 2012) Vladimir Putin è il nuovo presidente della Russia. Difficile dire che la notizia sia inaspettata... in molti sarebbero stati pronti a scommettere per una vittoria di Putin oggi già nel 2007, quando fu annunciata la candidatura di Dmitri Medvedev alle scorse elezioni presidenziali. Ciononostante, l'ondata di manifestazioni a favore di "elezioni oneste" (e sostanzialmente contro lo stesso Putin) che abbiamo visto negli ultimi mesi aveva creato un'aspettativa particolare per questo voto.

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La Čarda, lungo il Danubio
Belgrado, l\'incontro fra il Danubio e la Sava
Alla scoperta dei multiformi significati della parola čarda, alla scoperta della "cultura della complessità" che caratterizza il sud est Europa. Un approfondimento in vista di Sapori del Danubio, l'iniziativa promossa da www.viaggiareibalcani.it e Slow Food

di Svetlana Slapšak (tratto da http://www.viaggiareibalcani.it/)

(13 marzo 2012) Attraverso incredibili traiettorie linguistiche tipicamente balcaniche la parola turca Çardak è penetrata nell'ungherese, nel serbo-croato-bosniaco, bulgaro, macedone e greco. Può significare torre, piano superiore o soffitta, magazzino o seccatoio (soprattutto per il mais), locanda di bassa qualità, situata di solito lungo una trafficata via di comunicazione o vicino a un fiume; ma dal termine Çarda deriva anche la musica che i rom ungheresi suonavano in queste locande (le csardas) diventata col tempo una danza eponima ungherese... e si potrebbero trovare altri significati.

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Un appello internazionale per la democrazia in Siria
Siria
Intellettuali, Nobel e politici per la Siria
"Intervento Onu, Mosca deve cooperare"

(13 marzo 2012) Una cinquantina di firme autorevoli sotto il messaggio al Consiglio di sicurezza riportato dalla Sueddeutsche Zeitung: da Umberto Eco a David Grossmann, da Shirin Ebady a Jergen Habermas. "Crimini orribili, non si resti indifferenti davanti a tragedia". Pressione su Cina e Russia perché lavorino con i partner internazionali

Un appello

Urge fermare i massacri in Siria, l'Onu deve fare di più, e soprattutto Russia e Cina devono decidersi a smetterla di difendere Assad con i loro veti al Consiglio di sicurezza. Ecco il senso del drammatico appello lanciato da una cinquantina di intellettuali di fama mondiale, di cui riferisce l'autorevole quotidiano liberal di Monaco Sueddeutsche Zeitung. Secondo cui tra i firmatari figurano Jergen Habermas, Umberto Eco, gli ex presidenti tedesco e sudafricano Richard von Weizsaecker e Frederik Willem de Klerk, David Grossmann, le premio Nobel Shirin Ebady e Jody Williams, la militante russa per i diritti umani Ljudmila Aleksejeva.

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Frontiere
Paul Klee

(7 marzo 2012) Federico Zappini, il nuovo direttore "pro tempore" di Politica Responsabile, ci invita a riflettere sull'importanza - a volte drammatica - che i confini hanno assunto nella vita delle nostre democrazie.

Da ciò deriva un progressivo smarrimento del significato essenziale del vivere democratico. Per dare una possibilità alla democrazia moderna di trasformarsi in altro senza inabissarsi, dovremmo provare, sostiene Zappini, a fare nostro il più ricco concetto di frontiera, "costruzione artificiale che nasce dalle aspirazioni e dalle aspettative di una comunità e quindi da motivazioni sociali e non esclusivamente geografiche". Discutiamone insieme, come sempre, su www.politicaresponsabile.it

Una lettera da un esponente della minoranza cimbra del Trentino
Sud Tirolo
Ciao Laura, Giorgio e Michele,

mi pervengono, senza averli richiesti, i comunicati stampa dell'Andreas Hofer Bund  o Süd-tiroler Freiheit, indubbiamente nazionalisti di destra.  Noto che le tensioni aumentano e cresce l'aspirazione di staccare il Sudtirolo dall'Italia, anche perché la situazione della stessa è critica e richiede a tutti  i cittadini italiani sacrifici. E loro non si sentono per niente o ben poco italiani.  Molti, comprensibilmente, non dimenticano che il Sudtirolo  è stato staccato dall'Austria ed assegnato all'Italia come contropartita della sua entrata in guerra conto l'alleato impero austroungarico.  

Il disegno di legge, del quale si sente parlare,  di introdurre nelle scuole di tutta Italia la celebrazione della bandiera e dell'inno dell'Italia...

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Bauman: che errore sovrapporre il terrorismo all’immigrazione
Zygmunt Bauman

Lo studioso e filosofo polacco spiega che le prime armi dell’Occidente per sconfiggere Isis sono inclusione sociale e integrazione: «Solo la società nel suo insieme può farlo»

Intervista a cura di Maria Serena Natale*

(25 marzo 2016) Professor Bauman, nel dibattito europeo terrorismo e immigrazione si sovrappongono in una distorsione ottica che fa il gioco dei populisti e ostacola la percezione dei profughi come «vittime». Un meccanismo che sposta il discorso sul piano della sicurezza e legittima i governi a sbarrare le porte, come ha annunciato Varsavia subito dopo gli attentati di Bruxelles. Quali sono i rischi di questa operazione?

«Identificare il “problema immigrazione” con quello della sicurezza nazionale e personale, subordinando il primo al secondo e infine fondendoli nella prassi come nel linguaggio, significa aiutare i terroristi a raggiungere i loro obiettivi. Prima di tutto, secondo la logica della profezia che si auto-avvera, infiammare sentimenti anti-islamici in Europa, facendo sì che siano gli stessi europei a convincere i giovani musulmani dell’esistenza di una distanza insormontabile tra loro. Questo rende molto più facile convogliare i conflitti connaturati alle relazioni sociali nell’idea di una guerra santa tra due modi di vivere inconciliabili, tra la sola vera fede e un insieme di false credenze. In Francia, per esempio, malgrado non siano più di un migliaio i giovani musulmani sospettati di legami con il terrorismo, per l’opinione pubblica tutti i musulmani, e in particolare i giovani, sono “complici”, colpevoli ancor prima che il crimine sia stato commesso. Così una comunità diventa la comoda valvola di sfogo per il risentimento della società, a prescindere dai valori dei singoli, da quanto impegno e onestà questi mettano in gioco per diventare cittadini».

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