«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
(29 dicembre 2012) Secondo gli archeobotanici, molti tra i vitigni diffusi oggi in Italia e Francia troverebbero origine in Georgia, arrivati poi a noi passando per la Grecia. Un viaggio alla scoperta delle origini del Marzemino che è comune a quella di altri importanti vitigni europei. Un documentario che racconta di tempi antichi, ma anche di metodi di produzione tradizionale diffusi tutt'oggi.
Quello che segue è il commento di prima pagina proposto nell'edizione odierna del quotidiano "l'Adige"
di Michele Nardelli
(7 gennaio 2012) Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, dalla sala conferenze del Pentagono come nelle grandi occasioni, non annuncia una nuova guerra. Al contrario indica una svolta nella strategia politico militare del suo paese, mettendo fine all'idea degli Usa come gendarme del mondo ed annunciando che non ci saranno mai più interventi al di fuori di un mandato delle Nazioni Unite. E, nel contempo, vara un piano di taglio delle spese militari degli Stati Uniti senza precedenti, a cominciare dagli armamenti nucleari e dal programma di acquisto dei cacciabombardieri F35.
Se dovessimo basare le previsioni sui dati strutturali della crisi, ci sarebbe davvero motivo di essere preoccupati. Preoccupazione che cresce se dalla crisi economico-finanziaria dovessimo alzare lo sguardo sullo stato ambientale del pianeta o sulla crisi morale che l'attraversa.
Ciò nonostante, in queste prime ore del nuovo anno, vorrei formulare un augurio che è anche un auspicio. Che la crisi sia l'occasione per pensarci su, per riflettere sul significato di quel che facciamo, sulla sostenibilità dei nostri stili di vita, sul modo con il quale ci rapportiamo alle risorse che la madre terra ci consegna, sul senso che diamo alle nostre relazioni con le altre persone e con la comunità in cui viviamo, quella con cui condividiamo il nostro piccolo spazio di vita, come quella più ampia che ci accomuna nell'interdipendenza di un unico destino terrestre.
Nel riflettere, nel sentirsi meno soli, nel cercare soluzioni per uscire dall'insostenibile spirale di una crescita senza qualità, si svolge lo spazio della politica. Forse non della politica che rincorre gli avvenimenti o che si preoccupa solo della ricerca del consenso, ma di quella vera, che prova a guardare oltre. Oltre il proprio giardino e oltre ogni visione particolare. Lo spazio di una politica che mi piace pensare territoriale ed oltre ogni confine.
Buon anno.
Riportiamo questo articolo di un paio d'anni fa e che ben descrive la personalità di Vaclav Havel.
di Gabriele Merlini http://www.eastjournal.net/
Capita con curiosa frequenza di incappare in qualcuno etichettato come trasversale. Ci troviamo nello smisurato campo delle accettazioni vaghissime tuttavia utilizzate come fossero infallibili, imprescindibili e ultra-qualificanti. Václav Havel è stato traversale per moltissimi individui: analisti politici, sociologi, critici teatrali, letterati e qualche dittatore. D'altronde la sua biografia parla chiaro. Parimenti, parla chiaro la lista dei tizi che hanno inviato i propri messaggi di auguri all'ex presidente ceco (nato a Praga il cinque ottobre del trentasei). Bill Clinton e signora Hillary, di professione segretario di stato, Lou Reed e Angela Merkel (due che menzionati assieme nella stessa frase generano un inaspettato effetto art-rock) più l'imperatore giapponese Akihito e potenti di ogni sorta. Gruppetto al quale dobbiamo aggiungere persino l'attuale presidente della Repubblica Ceca Václav Klaus, ovvero uno che di Havel è stato cordialissimo antagonista per circa trent'anni.
(28 dicembre 2011) Il quotidiano L'Adige di oggi pubblica nella pagina dedicata alla cultura ampi stralci della mia relazione al Convegno "Meno Male!" svoltosi nel settembre scorso e che titolava "Un terribile amore per la guerra".
Uno sguardo diverso verso la guerra, per indagare l'inconfessabile lato oscuro che non sempre siamo disposti a riconoscere. Preferiamo invece dividere il mondo in buoni e cattivi, secondo lo schema manicheo nel quale ci si autoassolve. Ma se non sapremo riconoscere il criminale che abita in ciascuno di noi, e con esso l'istinto che ci porta alla guerra, continueremo a riprodurre lo schema che ci ha portati sin qui e la guerra come archetipo umano.
Vi propongo tre pensieri, per declinare ulteriormente le parole che abbiamo proposto per questo incontro.
1. Lo sguardo sul tempo (la crisi)
Zygmunt Bauman, rivolto agli studenti del Liceo Da Vinci che a Trento qualche settimana fa lo interrogavano sul presente, li esortava a scavare nelle informazioni per evitare che la percezione del reale non venisse condizionata dalla valanga quotidiana di notizie che si polverizzano come una nebbia fitta che impedisce di vedere.
L'abbiamo chiamata "dittatura del presente", di un presente che si rincorre e dove la realtà diventa la sua interpretazione mediatica. Un presente senza memoria e avaro di futuro. Dove l'attenzione si sposta di continuo da un avvenimento all'altro, sempre a rincorrere e sempre in maniera superficiale.
L'Assemblea nazionale di Parigi ha approvato il provvedimento che punisce chiunque neghi la natura di "genocidio" in riferimento alle uccisioni di massa subite dagli armeni durante la Prima guerra mondiale per ordine dalle autorità ottomane. Le relazioni tra Francia e Turchia a un punto critico.
di Francesco Martino, www.balcanicaucaso,org
(24 dicembre 2011) Visioni divergenti sul futuro, visioni divergenti sul passato. Le relazioni diplomatiche tra Francia e Turchia hanno toccato un nuovo punto critico dopo che ieri l'Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento francese, ha approvato una legge che punisce chiunque neghi la natura di "genocidio" in riferimento alle uccisioni di massa subite dagli armeni durante la Prima guerra mondiale per ordine delle autorità ottomane. Il testo passa ora al senato, dove dovrebbe essere votato entro febbraio 2012.