«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
Sabato 5 febbraio, alle ore 18.00, in via Oss Mazzurana a Trento, manifestazione in solidarietà con i popoli arabi in lotta per la libertà e la democrazia promossa dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani
Due milioni di egiziani in piazza Tahrir hanno chiesto a Mubarak di andarsene e l'avvio di un processo di transizione democratica per il loro paese. L'esercito ha scelto di non intervenire, di fatto schierandosi in una posizione di neutralità. Ma, come già è avvenuto in Tunisia, sono la polizia e i servizi segreti i difensori del regime. E così, quella stessa piazza del Cairo simbolo di una rivoluzione pacifica, diventa scenario di violenza. I sostenitori di Mubarak giocano la carta del caos, l'assalto ai musei e ai manifestanti che presidiano il luogo simbolo della rivolta. Secondo fonti ONU sono centinaia i morti e migliaia i feriti. gli operatori dell'informazione vengono intimoriti o picchiati, la sede di Al Jazeera è stata chiusa e i giornalisti incarcerati. Così le immagini arrivano attraverso facebook e i telefonini.
Lo stesso dicasi per la Tunisia, dove la situazione è solo apparentemente più tranquilla. E' di qualche giorno fa la notizia di un carcere che "ospitava" prigionieri politici fatto saltare in aria con i dentro gli intellettuali avversi al regime. Decine di morti.
Quel che sta accadendo nei paesi a sud del Mediterraneo non può certo lasciarci indifferenti. Da qui la proposta per una mobilitazione sabato 5 febbraio (ore 18.00) a Trento a sostegno della rivoluzione democratica in Egitto, in Tunisia e in tutti i paesi della rgeione.
di Adel Jabbar
(7 febbraio 2011) Tornano i sogni ad abitare lo sguardo arabo, dallo Yemen al Marocco, dal Mare Arabico fino l'oceano Atlantico. Gli arabi tornano a frequentare il sogno dopo un lunghissimo tempo costellato da incubi, da paura e da subalternità. (...)
(Omaggio alla Sardegna e a Fabrizio De Andrè)
In li Monti di Mola
la manzana
un'aina musteddina era pascendi
Sui Monti di Mola
la mattina presto
un'asina dal mantello chiaro stava pascolando
(21 febbraio 2011) Le notizie che arrivano dalla Libia in queste ultime ore sono drammatiche. Si parla di duecentocinquanta morti nella sola giornata di lunedì e della capitale in fiamme. I caccia bombardano i manifestanti, ma si manifestano le crepe nell'esercito e nello stesso regime. Avvenimenti tragici, che però non inficiano la riflessione che ho proposto nei giorni scorsi.
di Michele Nardelli
Quel che si è messo in moto nei paesi arabi in queste settimane è di straordinario interesse e non solo per il destino di questa regione. E' ancora presto per comprenderne l'esito e le notizie che arrivano dalla Libia in queste ore non possono che preoccuparci. Ma ciò nonostante siamo in presenza di un grande e nuovo risorgimento regionale, laddove la formazione degli stati nazionali dopo la fine della seconda guerra mondiale era avvenuta sotto il rigido controllo delle grandi potenze coloniali, lasciando una lunga scia di regimi addomesticati, dispotici e corrotti.
di Annamaria Rivera *
(3 febbraio 2011) "Voglio partecipare alla manifestazione, fosse l'ultima cosa che faccio nella mia vita!". Sono le parole di un egiziano di 90 anni, che l'inviata di Libération, Elodie Auffray, ha raccolto durante la grande protesta del 28 gennaio al Cairo, come sempre repressa nel sangue. Sarebbe bello trovare un novantenne italiano (uno qualsiasi, non un ex partigiano) che, impugnando un cartello con "Berluska dégage!", frema per raggiungere un corteo di protesta. Potremmo morire contenti.
di Giuseppe Ferrandi e Michele Nardelli
(29 gennaio 2010) E' paradossale che il tema della memoria conosca una stagione di particolare attenzione proprio nel momento in cui l'effimero, l'idea che la rappresentazione del mondo sia riducibile ad un "qui ed ora" privo di passato e di futuro, pervade in profondità tanto i comportamenti individuali come quelli collettivi. (...)