«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
(1 marzo 2011) Si possono tracciare dei parallelismi tra gli straordinari eventi che in queste settimane stanno coinvolgendo molti Paesi del mondo arabo e il 1989 nell'Est Europa? La questione è aperta al dibattito ma certo rappresenta un'occasione per pensare al Mediterraneo che abbiamo in comune. Un commento della direttrice di OBC Luisa Chiodi
"L'89 arabo", "Cade il muro del Maghreb" sono solo due dei tanti titoli di giornale che in questi giorni hanno tracciato un parallelismo mediaticamente efficace tra l'89 dell'Europa dell'est e il 2011 arabo. Analogie ce ne sono, come è ovvio che ci siano alcune differenze significative e che dalla comparazione tra le due esperienze possano emergere alcuni spunti interessanti. (...)
(2 marzo 2011) A proposito di catastrofe umanitaria e di invasioni barbariche, una bella testimonianza dell'amico Ezio Pilati che scrive da Tunisi.
*... a ogni incrocio, all'entrata di ogni paese- grande o piccolo-, controlli con tanto di STOP e transenne e tante, tantissime "divise". Quello che sconcerta è che i controlli non sono rivolti all'osservanza delle giuste regole di circolazione, sono "verifiche" rivolte in particolar modo ai "locali", che consci della "discrezionalità" degli agenti (polizia) si devono "adeguare" ai loro, a volte estenuanti, tempi di verifica e se uno ha fretta e lascia perdere le proprie ragioni, senza il rischio certo di doversi sottoporre a ulteriori e più approfonditi controlli, basta un volontario-codificato-piccolo contributo e il tutto si risolve...
(21 luglio 2013) Il 24 luglio 2012 ci lasciava Alberto Tridente, fraterno amico e compagno di tanta parte del Novecento, come scrisse nella dedica della sua autobiografia che mi donò in occasione del nostro ultimo incontro. In questi giorni Alberto viene ricordato in Messico e avrei dovuto anch'io essere lì. Purtroppo non ce l'ho fatta ma almeno ho trovato il tempo per scrivere un ricordo di Alberto che ho inviato agli amici di quello straordinario paese e che vorrei condividere con tutti voi.
Sabato 26 febbraio, ore 17.00, Piazza Pasi a Trento.
Di fronte alle richieste di istanze democratiche che vengono dai paesi che si affacciano sulla sponda meridionale del Mediterraneo e davanti alla sanguinosa repressione in corso in Libia, il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, invita tutta la cittadinanza a portare il proprio messaggio di vicinanza alle popolazioni, testimoniando la propria assunzione di responsabilità attraverso una candela accesa, la cui fiamma illumini le finestre e i balconi di tutte le case.
(26 febbraio 2011) Quello che trovate in allegato è il documento - appello che sabato sera abbiamo consegnato al Commissario del Governo per la Provincia autonoma di Trento. Esprime il pensiero del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani e delle associazioni che hanno promosso la manifestazione a favore della democrazia e della dignità in Libia e nei paesi arabi.
di Giorgio Beretta (Unimondo)
(23 febbraio 2011) L'Italia non solo è uno dei principali partner commerciali della Libia, ma è il maggiore esportatore europeo di armamenti al regime di Gheddafi. I Rapporti dell'Unione europea sulle esportazioni di materiali e sistemi militari certificano che nel biennio 2008-2009 l'Italia ha autorizzato alle proprie ditte l'invio di armamenti alla Libia per oltre 205 milioni di euro che ricoprono più di un terzo (il 34,5%) di tutte le autorizzazioni rilasciate dall'UE (circa 595 milioni di euro). Tra gli altri paesi europei che nel recente biennio hanno dato il via libera all'esportazione di armi agli apparati militari di Gheddafi, figurano la Francia (143 milioni di euro), la piccola Malta (quasi 80 milioni di euro), la Germania (57 milioni), il Regno Unito (53 milioni) e il Portogallo (21 milioni). (...)