di Federico Zappini
(30 aprile 2016) A due settimane esatte dal referendum sulle trivellazioni in mare (domenica 17 aprile) non avrebbe senso tornare sui numeri (tanti? pochi?), così come non sarebbe d’interesse alcuno – Ilvo Diamanti lo ha già fatto puntualmente… – soffermarsi sui molteplici significati dell’astensionismo e sul valore dello strumento referendario. Non cercherò neppure di orientare la mia breve riflessione dentro il poco entusiasmante (almeno per me) percorso che condurrà alla battaglia d’autunno sulle riforme costituzionali. Altro referendum – ma senza quorum – con le amministrative di primavera come passaggio intermedio. E’ necessario invece chiedersi cosa – “fenomeno” #ciaone a parte – rimanga oggi del dibattito nato attorno alla mobilitazione #notriv.