«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani». "Manifesto di Ventotene"
Nei villaggi vacanze cresce il peso della criminalità organizzata. Dai russi ai calabresi, un giro di "affari" per molte centinaia di milioni
di Pier Giorgio Pinna
(7 marzo 2013) Ora i boss georgiani affiancano i russi negli affari sulle coste sarde. Presi di mira soprattutto i litorali nordorientali. Dalla Maddalena sino ai villaggi vacanze
a sud di Olbia. Passando, prima, per Baja Sardinia, Costa Smeralda, Porto Rotondo. Nell'isola le mafie emergenti continuano a puntare sui tradizionali investimenti finanziari e immobiliari. Edilizia & costruzioni. Partecipazioni azionarie nei villaggi turistici. Acquisto di mega-residence, panfili, yacht.
(5 marzo 2013) Quando vanno in fumo i simboli della cultura ho sempre un presentimento che mi riempie di inquietudine, che ciò accada a Bari, a Napoli o a Cavalese. Perché l'accanimento contro la cultura è un tratto di questo tempo, delle guerre moderne che scelgono i luoghi della storia come obiettivi da cancellare, come delle mafie che ne hanno fatto una sorta di macabro rituale.
C'è solo da augurarsi che l'incendio di origne dolosa che ha distrutto il teatro di Cavalese nella notte fra domenica e lunedì, all'indomani della conclusione dei mondiali di sci nordico di Fiemme, non abbia nulla a che fare con tutto questo. Mentre procedono le indagini della Magistratura, non rimane che esprimere la vicinanza verso questa comunità per la perdita di uno dei luoghi della sua coesione sociale.
(5 marzo 2013) "...Se si sale un po' in alto, la plaga agricola appare come un quadro di Paul Klee ove, fra traslazioni e rotazioni, spiccano in una combinazione di grande suggestione, le campiture dei vigneti e dei meleti, contraddistinte da texture e colorazioni molto variate, in funzione dell'alternarsi delle colture e delle essenze. Si leggono ancora in maniera molto netta i grandi segni territoriali, quali i paleoalvei e le trasformazioni che via via si sono sedimentate. Non vi è dubbio che un ambito paesaggistico, connotato in maniera così ricca e precisa, va conservato perché rappresenta l'elemento ordinatore e la vera struttura del tratto della valle a partire, come già detto, da Rovereto fino a Trento..."
Il documento del gruppo di lavoro che si è costituito per valorizzare e salvaguardare una fra le più importanti aree agricole della Valle dell'Adige.
(4 marzo 2013) Che la caduta del governo Prodi nel 2008 fosse avvenuta attraverso il passaggio di alcuni senatori dalla maggioranza di centrosinistra al centrodestra lo sapevano tutti. Che questa operazione fosse stata orchestrata dall'allora capo dell'opposizione Silvio Berlusconi attraverso promesse e prebende era facilmente intuibile. Ma che il passaggio di singoli senatori compiacenti fosse avvenuto attraverso il lauto compenso individuale di tre milioni di euro nel ventre molle di parlamentari dell'Italia dei Valori o di altri partiti del centrosinistra, si configura come un una sorte di golpe bianco.
Quello reso pubblico dall'ex senatore De Gregorio, infatti, non si configura semplicemente come un gravissimo episodio di corruzione. Se, con l'avvento del costituzionalismo, il colpo di stato si configura come un "mutamento del governo attuato in violazione della costituzione legale dello Stato" (Utet), quello che ha interrotto la XV legislatura assume i caratteri di una forma particolare di colpo di stato laddove al sovvertimento violento del potere costituito si sostituisce lo strumento della corruzione al fine di sovvertire l'espressione di voto degli elettori italiani.
Nemmeno questo servirà a modificare l'orientamento politico di quel 29% di italiani che hanno votato Silvio Berlusconi nonostante le menzogne, il voto di scambio e il suo fervore mussoliniano. E francamente non so se essere più preoccupato per la natura eversiva di questo personaggio o per il cuore di tenebra che vien fuori da questo paese marcio dentro. (mn)
Un'analisi del voto del giornalista Franco Gottardi (apparsa sul quotidiano L'Adige del 28 febbraio 2013)
Hanno perso in regione più di centomila voti. Il Pd trentino ha retto bene di fronte alla marea grillina risultando il primo partito con il 23,72% dei voti. Gli oltre 29 mila voti in meno rispetto al 2008 sono infatti giustificati dal fatto che cinque anni fa la lista, che muoveva i primi passi dopo la trasformazione da Ds, era stata portata in alto anche dall'elettorato della Margherita che si riconosceva nel progetto. Solo qualche mese dopo sarebbe nata l'Unione per il Trentino. Con 72.852 voti pari al 23,72% il Pd ha preso di più, sia in percentuale che in valore assoluto, anche rispetto alle provinciali del novembre 2008 quando aveva raccolto 59.219 e il 21,62% delle preferenze.
di Michele Nardelli
Dell'esito del voto mi sconcertano in particolare tre cose. La prima è che un terzo dell'elettorato ritenga che Berlusconi sia l'uomo politico che meglio possa rappresentare questo paese, che il signore di Arcore si sia fatto con le proprie mani, Mussolini fosse un grande statista che ha fatto qualche errore, Ruby la nipote di Mubarak e l'Imu potesse venir restituita a chi l'ha pagata. Il fatto è che Berlusconi rappresenta meglio di chiunque altro non solo un certo modello sociale e culturale, ma anche la nostra parte peggiore e talvolta inconfessabile, tanto da mentire anche sulle intenzioni di voto. Un paese malato, che non ha saputo elaborare nulla della sua storia novecentesca e delle sue pagine più nere. E nemmeno di quel che è accaduto nella "seconda repubblica", fra ritorno della P2 e stragismo, cultura plebiscitaria e scasso istituzionale, demolizione del welfare e solitudine sociale. Quel che scrivevo nelle ore precedenti il voto, si rivela alla luce dell'esito elettorale in tutta la sua gravità.
di Vincenzo Calì
(26 febbraio 2013) 28 piovoso dell'anno CCXX1. Il ricorso all'antico calendario rivoluzionario introdotto dalla convenzione nazionale francese non appaia fuori luogo: la situazione oggi in Italia presenta diverse analogie con quella lontana stagione: non siamo in guerra, ma a fronte della grave crisi economica che non accenna a passare, dopo il voto ci si presenta questo scenario: espletati i primi adempimenti (elezione dei presidenti di Camera e Senato e insediamento di un governo di salute pubblica) l'assemblea composta dai mille grandi elettori dovrà procedere all'elezione del Presidente della Repubblica.