«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
Intervista a cura di Nicole Corritore (da www.balcanicaucaso.org)
(26 agosto 2011) Nella notte tra il 25 e il 26 agosto 1992 iniziò il bombardamento della biblioteca di Sarajevo. La Viječnica fu distrutta dalle granate incendiarie dell'esercito serbo bosniaco, e migliaia di libri bruciarono nel rogo. Kanita Fočak, architetto sarajevese, testimone di quegli eventi, ricorda la vita, gli amori, la storia di uno dei simboli della città.
Prima
E' importante separare la storia dell'edificio dalla storia della biblioteca stessa. L'edificio della Viječnica (Rathaus, palazzo comunale) è stato costruito negli ultimi anni dell'800 secondo la volontà delle autorità austroungariche. Dopo quasi cinque secoli di dominio ottomano, la popolazione non era molto contenta di avere un altro padrone. Le autorità austroungariche decisero allora di costruire l'edificio per dimostrare la loro potenza e per rendersi amici i musulmani locali scegliendo, secondo la loro opinione, uno stile orientale.
Nomi famosi, tra cui Royal Bank of Scotland, Barclays e la HSBC. Londra, è scandalo sulle banche "salvate"
L'Independent rivela in un'inchiesta: gli istituti bancari britannici, due dei quali salvati dal fallimento grazie a un intervento statale, stanno investendo milioni di sterline in società che producono bombe a grappolo(16 agosto 2011) Le principali banche britanniche, due delle quali sono state salvate dagli stessi contribuenti, stanno investendo centinaia di milioni di sterline in società che producono bombe a grappolo, nonostante il movimento globale per la messa al bando della produzione e del commercio delle armi. L'esclusiva dell'Independent sostiene che la Royal Bank of Scotland, la Lloyds TSB, Barclays e la HSBC avrebbero fornito finanziamenti ai produttori di bombe a grappolo, sebbene un anno fa - questo stesso mese - la Gran Bretagna abbia firmato la Convenzione sulle munizioni a grappolo, un trattato globale che vieta l'uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento delle bombe a grappolo. Il quotidiano sottolinea che la RBS, salvata da fondi pubblici, dopo il crollo dovuto alla crisi del credito, ora appartiene per l'83% ai contribuenti britannici. (da GR1)
La sezione "Linguaggi" del Festival "Oriente Occidente" presenta
Mediterraneo tra integrazione e conflitto
Nove appuntamenti per lanciare uno sguardo a 360 gradi sul Mediterraneo di oggi e di ieri, ai suoi equilibri, le sue potenzialità e i suoi nodi irrisolti. L'iniziativa è parte integrante del percorso "Cittadinanza Euromediterranea" promossa dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.
Un amico mi segnala l'articolo di Marco d'Eramo pubblicato su "il manifesto" di domenica 21 agosto. Si tratta di un interessante punto di vista, peraltro di uno dei migliori giornalisti e commentatori di quel giornale. Ma che non è convincente quando s'interroga sulle vie d'uscita: servono politiche sovranazionali in relazione ai territori, gli unici soggetti che possono ricondurre l'economia ad una dimensione vera capace di mettere le briglia ad una finanza impazzita.
di Marco d'Eramo
(21 agosto 2011) Nel medioevo la terapia più accreditata per guarire i malati gravi era il salasso, che i cerusici praticavano con entusiasmo. La cura riusciva anche se di solito il paziente moriva. Che i politici di Europa e Stati uniti si comportino come medici di Molière è da tempo sotto gli occhi di tutti. E tutti possono constatare quali rovinose conseguenze hanno le misure di austerità imposte con la forza (del credito) a Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia dai banchieri, da Angela Merkel e Nicholas Sarkozy. Questi tagli decurtano la capacità di spendere nei popoli cui sono inflitti. Minore spesa significa meno beni prodotti o in commercio. Quindi meno posti di lavoro. Quindi ancora minore domanda in una spirale recessiva. E per di più, minori redditi generano meno entrate fiscali, quindi in fin dei conti il rigore accresce il disavanzo pubblico invece di sanarlo: più sono austeri, più gli stati devono ricorrere all'indebitamento. L'austerità funziona esattamente da salasso sul corpo economico delle nazioni. Se ne è accorto ieri anche il New York Times che in un editoriale ha giudicato controproducente il rigore fiscale che infiamma i dirigenti politici europei e statunitensi definendo «punitive» le misure imposte ai paesi debitori.
(17 agosto 2011) Non c'è nulla di più antipatico dei saputelli che indicano la via per uscire da ogni crisi. Ma questa cosa della Tobin Tax che sta riempiendo le prime pagine di tutti i giornali europei, ad onor del vero, non ci è nuova. Nell'anno 2000 la proponemmo insieme ad altre associazioni all'interno del primo World Social Forum (marchio da noi registrato un anno prima di Porto Alegre alla Camera di commercio) all'interno di Civitas in Padova.
(31 agosto 2011) Mentre scrivo si sta dando l'ultimo saluto a Stefano Piffer, che a cinquantaquattro anni ha deciso di averne abbastanza di questa vita.
Ho conosciuto Stefano durante uno dei miei viaggi in Bosnia Erzegovina, compagno di viaggio inquieto, curioso e sensibile. I suoi colleghi di lavoro alla Biblioteca civica di Rovereto lo hanno ricordato come uno dei personaggi che animano le storie di Fabrizio De André, rintracciabili - con tutta la loro umanità - nelle carte dei numerosi archivi da lui riordinati.
Era proprio così Stefano, una delle creature che Fabrizio avrebbe potuto collocare in una moderna Spoon River di chi, irriducibile nel suo istinto di libertà, fatica ad abitare un presente all'insegna dell'ipocrisia e della banalità.
Lo ricordo girovagare con la sua macchina fotografica fra le case bruciate nei villaggi intorno a Prijedor, quasi a sfidare i rischi che quei ruderi potevano nascondere. Improvvisamente spariva. E credo che questo riflettesse il suo stato d'animo, tanto da ritornarci in quei luoghi per conto suo. Ad indagarli come fosse una terapia dello spirito.
Macerie su macerie. Un peso non più sopportabile. Che almeno ora tutto possa esserti più lieve, caro Stefano.
I partecipanti alla Carovana per il Diritto all'Acqua, che dal 10 al 17 Settembre ha percorso i Territori Palestinesi Occupati da Israele, per conoscere i problemi di accesso all'acqua e le violazioni di tale diritto umano, insieme ai Comitati Popolari palestinesi di Resistenza Nonviolenta lanciano il seguente appello al Governo italiano e ai Governi europei, alla luce di quanto visto e delle testimonianze raccolte.
Il filmato della conferenza stampa di presentazione a Hebron: http://www.youtube.com/watch?v=xun1gHAvSgc